Gita Sociale in Valsesia
16-17 giugno 2018
«Lassù su le Montagne…»
…tra boschi e valli, gli Alpini del Gruppo di Novara hanno ritrovato le fonti della loro tradizione. L’escursione in Val Sabbiola del 16-17 giugno presentava non poche difficoltà, soprattutto per gente non più allenata e appesantita inesorabilmente dagli anni. Più ancora della cronaca di una salita in montagna, nei nostri ricordi resterà la storia di due giorni di amicizia durante i quali si sono alternati la fatica, le battute argute e piccanti, l’allegria, i piaceri della tavola, l’ammirazione per l’ambiente naturale.
La Val Sabbiola è una piccola valle laterale alla Val Mastallone a sua volta diramazione della Valsesia. Il “Signore” di questa valle è un grande alpino: Enrico Bonetta, classe 1940, premio nazionale di fedeltà alla montagna nel 2004. Enrico e la sua famiglia ci hanno ospitato nelle baite all’Alpe Campo (m. 1527); là c’è da bere e da mangiare ed un bel letto per riposar. I figli Ermes e Vilma hanno contribuito a rendere la nostra sosta accogliente e tipicamente valsesiana. La cena in baita è stato uno dei momenti spirituali della spedizione; al buon Dio abbiamo offerto tutta la nostra sincera gratitudine per cotechino, sanguinaccio, lardo e pancetta. Chi non disdegna il latte, ha potuto riassaporare il gusto di un passato svanito nei processi di pastorizzazione. E la grappa? Soprassediamo.
La salita all’alpeggio dagli 800 metri del Ponte Sabbiola, non la si può definire una passeggiata, ma questi alpini sembrano fatti di acciaio inossidabile. Gianpaolo, reduce da non lievi problemi alla schiena, non ha dato neppure il minimo segnale di cedimento; Antonio, abituato alle corvée del venerdì sera, sembrava in licenza premio; Alberto conosce così bene la montagna che il suo passo lo porta ad anticipare tutti con invidiabile facilità; Luigi si è dimenticato la sua età per mostrare a tutti come si va per i sentieri; cosa dire poi del nostro grande capo gruppo Lorenzo, sempre generoso, disponibile, pronto a ravvivare ogni istante; per Iginio ormai non ci sono più parole per definirlo… quanti momenti straordinari condivisi in situazioni di emergenza e di buon umore, la sua forza è inversamente proporzionale all’altezza. Con noi c’era anche Giampietro di Quarona che, oltre essere stato una preziosa guida, pare aver gradito assai il metodo culturale del nostro gruppo.
La domenica si è animata di buon mattino tra la vita dell’alpeggio in fermento per la mungitura e le attività che devono seguire i ritmi della natura. Per noi c’era l’impegno di raggiungere l’Alpe Laghetto e poi i 2172 metri del Monte Capio. Dalla cima l’ineguagliabile visione sulle valli; la stanchezza fisica si trasforma in soddisfazione morale. Tutta l’anima del gruppo è presente in una solidarietà corale. Così sono le tradizioni della montagna, così è lo spirito di corpo degli alpini, così dovrebbe essere la vita sempre. Uomini come Enrico Bonetta insegnano a mantenere viva un’intera valle con l’amore per il lavoro ed il
rispetto della propria terra. Per gli uomini come lui le tradizioni insegnano ogni giorno a vivere e a migliorarsi.
Anche noi non dobbiamo perdere il contatto con il mondo schietto, concreto e operoso che gli alpini hanno sempre contribuito a consolidare.
Renzo Seren
Galleria Fotografica
{igallery id=”5681″ cid=”558″ pid=”1″ type=”classic” children=”1″ showmenu=”1″ tags=”” limit=”50″}