In Bici a Mauthausen
agosto 2017
Il gagliardetto del Gruppo di Oleggio è arrivato al campo di concentramento di Mauthausen, portato in bicicletta dall’alpino Gianpaolo Sonzini. Un viaggio nella memoria, ma non solo. Partito da Oleggio, pedalando per chilometri in una cornice dove la natura l’ha fatta da padrone, Gianpaolo, in sella alla sua bicicletta, è passato da Svizzera, Germania e Austria, per arrivare nella città bagnata dal fiume Inn, ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, bagnata da troppo sangue e disumane tragedie.
Oggi il campo è diventato un Memoriale che si può visitare. Una visita che ti segna profondamente e ti lascia con un nodo in gola e una domanda: “Ma come è possibile che sia successo tutto questo?”
In totale, durante il periodo tra la costruzione del Lager nell’agosto del 1938 e la sua liberazione da parte dell’Esercito americano nel maggio del 1945, a Mauthausen furono deportate quasi 190.000 persone.
Migliaia di prigionieri furono fucilati, o uccisi con iniezioni letali, altri fatti morire di botte, altri ancora di freddo. Almeno 10.200 prigionieri furono assassinati per asfissia, la maggior parte nella Camera a gas nel Campo centrale, altri nel castello di Hartheim, uno dei centri di sterminio del ”Progetto eutanasia”, oppure nel Campo di Gusen, rinchiusi in baracche sigillate o in un autobus che faceva la spola fra Mauthausen e Gusen, nel quale veniva immesso gas velenoso. La maggioranza dei prigionieri dei Lager però, non sopravvisse allo sfruttamento spietato della manodopera, accompagnato da maltrattamenti, denutrizione, mancanza di vestiti adeguati e di cure mediche. In totale, a Mauthausen, Gusen e negli altri Campi-satellite, morirono almeno 90.000 prigionieri, dei quali quasi la metà perì durante i quattro mesi precedenti la liberazione.
Questi luoghi dovrebbero essere visitati dalle nuove generazioni e non solo, per rendersi conto di persona fin dove possa arrivare la malvagità umana.
Il viaggio in bicicletta è proseguito poi fino a Vienna, dopo 1126 km e 5478 m. di dislivello positivi, 9 giorni pedalati, tante banane e tanta buona birra tedesca e austriaca.
Gianpaolo Sonzini
Galleria Fotografica
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